Ne è causa forse il fatto che gli Israeliti di Fez, mediatori del traffico, devono nascondere le loro ricchezze per evitare le estorsioni dei governatori.
FEZ. – UNA PORTA DELLA CITTÀ.
Disegno di Y. Pranishnikoff, da uno schizzo di G. Clairon. [vedi figura 735.png]
Fez o la «Accetta», è così chiamata, dice Ibn-Batuta, perchè fondando nel 793 la città, fu in una fessura del suolo trovata una accetta, che probabilmente era un'arma di pietra delle età preistoriche(908); d'altra parte si mantenne in codesta contrada l'uso di abitare le caverne; percorrendo i dintorni di Fez si incontrano in mezzo ai giardini, grotte, dove gli Arabi si rannicchiano come le belve nelle tane(909). Fez, secondo la tradizione ed i racconti degli scrittori del medio evo, avrebbe avuto 400,000 persone, abitanti circa 90,000 case. Delle 785 moschee ne rimangono solo 130, alcune delle quali sono deserte. Due, la moschea di Mulai Dris e quella di Karauin, ritenute quali luoghi santi, sono venerate quasi come i santuarî della Mecca e di Medina. La moschea di Karauin possiede una biblioteca famosa, sicchè a quel zauia accorrono molti studenti dal Marocco e anche dall'Algeria, per apprendervi teologia, giurisprudenza, astronomia, secondo le tradizioni degli studî lasciati dai professori del tempo dei «Marabutti» o Almoravidi. Da allora Fez è in decadenza, quantunque vi siano accorsi numerosi immigranti, specialmente i «Mori Andalusi» cacciati dalla Spagna. Questi furono già potenti nella città di Fez tanto da formare un partito che comandava a mezza città. Come centro di commercio, Fez tiene sempre, insieme con Tangeri, Marocco, Rhat e Tlemcen, un posto di primo ordine; la sua industria, che è divisa in parecchie corporazioni, gelose tutrici delle tradizioni e de' privilegi, è notevole per certa originalità in lavori di tessitura e di ricamo, nella conciatura del cuoio, nella fabbricazione delle stoviglie, dei vasi smaltati, delle armi damascate: da tutte le parti del Marocco si accorre a Fez a comperare vesti di lusso, che sono gialle per i musulmani, nere per gli ebrei, rosse per le donne.
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