Una recente industria, strana in una città santa, è la distillazione delle frutta, cioè di fichi di Barberia, datteri, fichi, corbezzoli, dai quali si trae acquavite. A nord di Fez, dall'altro lato della valle del Sebu, si scavano vaste miniere di salgemma; si scava pure il ferro per fabbricare strumenti agricoli. La regione circostante, nella quale scaturiscono sorgenti solforose, è doppiamente santa per l'efficacia delle acque e per i kubba che sorgono sulle colline.
      A sud di Fez, i giardini di piccole città e villaggi, che forniscono la capitale di legumi, di frutta e d'altre derrate, sono irrigati dagli affluenti dell'alto Sebu. La più bella di tutte codeste piccole città è Sefru, posta sulla frontiera del paese degli Ait-Yussi, la prima tribù berbera che appartenga da questo lato alle popolazioni Scellaha. I giardini di Sefru appariscono dall'alto delle colline come una foresta senza confini che copre con la sua ombra la città. Di tutte le città del Marocco settentrionale che sono circondate da giardini, nessuna eguaglia la mirabile Sefru profumata dall'olezzo delle frutta, la quale mostra benessere e prosperità mirabili, mentre nella stessa Fez si scorgono traccie di decadimento. Alla capitale essa fornisce enormi quantità di frutti, ulive, limoni, ciliege, uve, e delle sue montagne l'eccellente legno da costruzione, i rami resinosi di belluta, specie di odorosa conifera simile al meleze(910); inoltre produce eccellenti vini a tenue prezzo.
      Meknes o Miknasa, la Mequinez degli Spagnuoli, fu spesso chiamata la «Versailles marocchina». Difatti la strada che unisce codesta città a Fez è la migliore di tutto l'impero; i burroni scavati nell'altipiano di massi riuniti, che è qua e là rivestito di lastre calcari, sono attraversati da ponti; tratto tratto s'incontrano valli ombrose e fiorite, dove le acque correnti formano cascate(911), senza di che lo spazio senza alberi che separa le due città, sarebbe quasi tutto deserto.