Essa occupa un'assai bella posizione, in una fertile conca a piè d'un contrafforte del Zarzar, il Bu-Hellil con duplice punta che arresta i venti soffocanti del mezzogiorno e favorisce le pioggie recate dall'aria marina; le chine della montagna sono coperte da ulivi, più in alto da quercie-sughero. Fondata sullo scorcio del nono secolo da Mulai Tayeb, discendente diretto del Profeta, Uezzan è abitata solo da sciorfa, che non ostante la grande venerazione in cui sono tenuti da tutti i musulmani, in città sono gli umilissimi servi del «Signore», lo sceriffo supremo, che è superiore in santità allo stesso sultano. La sua origine l'ha reso quasi adorabile, la ricchezza un vero semidio: in quasi tutto il Marocco alcuni mkaddem dell'ordine dei Taibiya riscuotono per lui in quasi tutti i villaggi imposte tanto in derrate che in denaro. Da parte sua egli contraccambia largamente tali offerte, giacchè spesso mantiene centinaia, e talvolta migliaia di pellegrini venuti a baciare la sua veste: i suoi granai sono sempre aperti. L'imperatore non è ritenuto vero sovrano se non dopo ricevuto l'omaggio del santo di Uezzan; i colpevoli possono rifugiarsi da lui; l'intera città è un dar demana, cioè un «luogo d'asilo», nè i soldati oserebbero trascinar via un supplicante dalla tomba del fondatore d'Uezzan, fosse pure perseguitato dall'odio del sultano; però i fuggiaschi non possono allontanarsi dallo zauia, in caso diverso esso non può più proteggerli. La moschea della tomba contiene, tra le altre ricchezze, una collezione di circa mille manoscritti arabi(916). Recenti avvenimenti hanno un po' diminuita l'autorità religiosa dello sceriffo d'Uezzan; gli si appone di tener rinnegati spagnuoli per guardia, la sua amicizia per gli Europei, l'aver in moglie una cristiana, il suo palazzo di stile italiano, il vestito simile a quello degli aborriti «Rumi». Nel 1876 egli chiese la cittadinanza francese, ma non la ottenne(917). \\\
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