Vicino alla foce, le navi possono solo ancorare nel porto di Magazan, chiamato dagli indigeni el-Giedida o el-Brigia, la «Nuova» o il «Fortino», il qual porto è 7 chilometri a sud-ovest di Azemmur. Di questa men grande, ha però maggiore importanza per gli Europei, e specialmente per gli abitanti delle Canarie, cui essa fornisce cereali, fagiuoli ed altre derrate provenienti dalle campagne di Dukkala che, sebbene poco irrigate, sono tuttavia fertilissime(931). Ora quasi tutte le nazioni d'Occidente hanno presso quel porto consoli e mercatanti. Le rovine dei monumenti costrutti dai Portoghesi sulla costa di Azemmur hanno ancora un grande aspetto. I marinai di Lisbona avevano presa in affitto la pesca dell'Um er-Rbia fin dal secolo decimoquinto(932); tennero la città oltre due secoli e mezzo, fino al 1770, anzi tutta la contrada fu loro sottoposta fino alle porte di Marrakech(933). A detta degli indigeni, sui primi contrafforti dell'Atlante rimangono anche alcuni castelli «portoghesi»(934). A sud-est di Mazagan si trovano, tra essa ed il capo Cantin, due breccie nel litorale, per le quali si entra nella laguna di Ualidiya, l'antico porto di el-Ghait. Secondo Tissot, sarebbe facile ristabilire codesto porto rendendolo il migliore della costa. Il capo Cantin, già capo del Sole, è sempre, come al tempo di Scilace, una delle regioni più sante dell'Africa: vi si trova una turba di teologi in numerosi zauia(935).
MAROCCO. – LA PORTA DEL CRISTIANO.
Disegno di Ph. Benoist, da una fotografia del signor Crema.
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