L'industria è diminuita di molto: sono deserte intere contrade che erano già abitate da conciapelli, nè Marrakech fornisce più quei famosi «marocchini» che sapevano apparecchiare i Mori esiliati da Cordova: ora il miglior cuoio si fa a Fez, benchè la capitale del mezzogiorno abbia ancora grande importanza per il commercio delle pelli con il versante meridionale dell'Atlante. I tappeti di Marrakech, benchè tinti con cura, sono però assai meno apprezzati di quelli di Rbat. L'industria maggiore degli abitanti è il giardinaggio: si dice che un giardino che è nel parco imperiale, produca in frutti mezzo milione l'anno. La zona dei giardini che alimentano la città, si trova alcune leghe di distanza dalla parte delle montagne. Intorno ai bastioni stanno sparsi molti villaggi di orticultori. Uno di questi gruppi di abitazioni distinte, che si trova a nord-ovest della città, serve solo ai lebbrosi, che, quale piccola repubblica, si governano da sè stessi, con mercato, prigione, quartiere degli Ebrei, moschea e santo patrono proprî. A sud si vede, allo sbocco d'una delle incantevoli valli che salgono verso il Grande Atlante, alcuni vestigi dell'antica Aghmat, che fu capitale del regno dei Lamtuna, più conosciuti col nome di Mrabotin: erano gli Almoravidi o «Marabutti». Ivi presso rimangono pure rovine di un'altra Aghmat(943). In un'altra vallata, ad est di Marrakech, abita la potente confederazione dei Tiffa, di origine zenaga(944).
Il porto principale di Marrakech è ora il terzo del Maghreb el-Aksa, giacchè vien dopo di quelli di Tangeri e Casablanca.
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