La riviera di Tissent ha sempre acqua, ma l'esser questa salata, fa sì che quegli abitanti dicano che l'ued viene dal mare, ritenendo essi, come i fisici europei prima di Palissy, che le acque dell'Oceano infiltrate nella terra passino sotto le montagne e ripullulino in sorgenti. L'oasi di Tissent, come quella che è resa ricca dalla raccolta dei datteri, ha attivissimo commercio con Marocco, Mogador e l'Ued-Sus. L'influenza del Sudan ivi si fa sentire come nel Nun e nel regno di Sidi Heciam: gli abitanti sono quasi tutti Haratin, sebbene si dicano Scellaha, ed il loro kechkaba, che di dietro sembra il poncio degli Ispano-Americani, è un pezzo di cotonina azzurra come nel Sudan. Quei di Tissent hanno fama di essere religiosissimi; tutti vanno a gara nel fare il pellegrinaggio. È forse questo il solo luogo del Marocco dove si trovino, fuori di città e dei zauia, Marocchini istruiti che sanno leggere e scrivere(970).
Le genti berbere delle vicine montagne, mandriani e contadini, appartengono alla grande famiglia dei Zenaga o Sanhegia, dei quali portano il nome. Superbi della loro origine, conservano con gelosia la purezza del loro sangue: nè fra codesti Berberi si vede un solo Hartani. Nessuna forse di tutte le famiglie di tribù marocchine usa la lingua tamazight in modo più generale; è difficile trovare tra loro uno che sappia l'arabo. I Zenaga, a quanto afferma il signor di Foucauld, che li visitò, hanno il colorito d'un vivissimo bronzo, i tratti vigorosi e duri; quasi tutti alti di statura, magri, robusti, sucidi.
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