Nulla fu fatto per introdurre razze nuove d'animali o per rendere migliori quelle che vi sono(994). Si esportano alcune migliaia di bestie cornute in ogni nazione dell'Europa occidentale(995); ma è rigorosamente proibito spedire fuori del Marocco pecore o cavalli, dei quali ultimi si vedono in Europa solo quelli mandati in dono dal sultano ai sovrani. È noto quanto sia prezioso il cavallo barbato: sembra però che la razza sia in complesso nel Maghreb el-Aksa notevolmente degenerata. I muli del Marocco hanno le stesse qualità di forza e resistenza di quelli di Spagna.
L'industria marocchina si è conservata meglio di ogni altra dei paesi maomettani, come quella che fu tenuta sempre isolata dalla politica degli sceriffi. Nel fare i tappeti, le stoffe, i marocchini, le armi, le maioliche verniciate del Marocco si seguono ancora le tradizioni dell'arte antica, ed assai belli riescono alcuni oggetti, specialmente gli haich bianchi, il cui ordito è di tela ed il ripieno di fina lana. Ma la tassa del dieci per cento per le mercanzie straniere non ne impedisce lo spaccio sui mercati del Marocco, sicchè le manifatture europee vanno di mano in mano surrogando gli oggetti fabbricati in paese. Aumentano di dì in dì la rivoluzione industriale che si va compiendo nell'interno dell'impero, le navi a vapore che arrivano in tutte le città del litorale e le carovane che fanno in queste le loro provvigioni. Ma ancora molto più rapidi saranno i cambiamenti quando il Marocco, che ora non ha altra via regolare che quella cattiva da Fez a Meknes, sarà a sua volta provvisto di comode strade.
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