Il sultano deve avere consiglieri ed agenti, ma non un ministero nel senso preciso della parola: egli dà ordini anche quando chiede consigli. Nondimeno gli basta guardare verso Tangeri, dove risiedono i consoli stranieri, per comprendere quanto il suo potere sia ormai limitato. Un ordine portoghese «la Torre e la Spada», ricorda sempre ai Marocchini che la conquista di Fez e delle sue torri è il desiderio dei loro vicini del nord. D'altra parte, il territorio del Maghreb el-Aksa è intaccato, giacchè gli Spagnuoli possedono fortezze sul litorale e si sono solidamente stabiliti sulla porta interna dello stretto: inoltre è costretto a lasciare che i vincitori di Tetuan cerchino sulla costa una posizione strategica o commerciale che loro convenga. Dell'impero del sultano-sceriffo sono bene determinati i confini dal lato dell'Algeria, almeno nella parte vicina al litorale, sicchè la Francia non possiede alcun luogo che le serva come di chiave per aprirsi il passo sul territorio lasciato al Marocco. Quante volte però codesto fittizio confine, che non coincide con alcun limite naturale, cioè nè con valli, nè con alcuna catena di montagne, e non ha alcun valore etnologico nè militare, non fu oltrepassato da truppe francesi alla caccia di tribù nemiche, quali Amur, Beni-Iznaten o Sidi-Sceikh, che erano sempre bene accolte dal sovrano, ma non mai difese? Da parte sua, la Gran Bretagna si è messa a proteggere il Marocco e spesso gli dette sussidî; nel 1860 impedì all'esercito vittorioso degli Spagnuoli di spingersi su Tangeri.
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