I più temuti fra i soldati del guich sono quelli che si chiamano gli Abid Sidi-Bokhari o «Schiavi del Signor di Bokhara», perchè quando nel 1679 fu formato quel corpo, gli fu dato a patrono un santo bokharioto. Come quelli che erano tutti neri, i Bokhari formavano poco fa una specie di guardia pretoriana che parve comandare agli stessi sultani, che per riparo furono costretti a disseminarli in varie provincie, dove, ad onta della diminuita potenza, ottengono tuttavia quasi tutti gli alti impieghi militari. I soldati del guich sono, come gli altri, adoperati specialmente a riscuotere le imposte: essi percorrono costantemente valli e monti, passando di tribù in tribù per prelevare sul raccolto il doppio o il triplo di ciò che perviene al tesoro come tassa: all'arrivo de' makhzeni, i campagnuoli si affrettano a nascondere gli oggetti più preziosi. Allorchè i viaggiatori traversano lunghi deserti, se interrogano le guide per sapere la causa di tale squallore, sentono rispondersi laconicamente: «le locuste o i makhzeni»(1002). Al tempo della raccolta i soldati disertano per ritornare presso i loro; ripresi, si infligge loro piccola pena stante il grande numero. Sebbene mal vestiti, male armati, male comandati e senza disciplina, i Marocchini sono nondimeno buoni soldati, bravi in battaglia, eccellenti camminatori, sobrî, pazienti, industriosi, intelligenti di cose di guerra. Un battaglione istruito a Gibilterra a spese del governo inglese, partecipa solo alle cerimonie e per far sì che gli ambasciatori concepiscano una buona idea dell'esercito marocchino.
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