L'origine del Sahara non si deve solo cercare nel suolo, ma anche nell'aria, giacchè le bianche estensioni che dividono in due parti il continente africano non sono, per così dire, che un riflesso del cielo che le rischiara. Evidentemente il gran deserto africano è dovuto alle stesse cause che hanno prodotto i deserti nel continente asiatico. Il Sahara prolunga solamente verso ovest la zona dei territorî quasi interamente spogli di vegetazione arborescente, la quale zona traversa la Mongolia, la Kachgaria, il Turan, l'Iran e l'Arabia, interrotta a grandi intervalli da piani e da fiumi coronati d'alberi e da catene di montagne con valli verdeggianti. Alla secchezza de' venti è dovuta la lunga fuga di deserti, circa 12,500 chilometri, che traversa obliquamente tutto l'Antico Mondo, con le sue zone parallele di steppe e di predeserti. Humboldt ha dato al complesso dei deserti d'Asia e d'Africa il nome di «letti de' venti polari», come se le correnti aeree che nella zona tropicale divengono i venti alisei seguissero regolarmente il cammino indicato dalla traccia bianca delle sabbie traverso i due continenti. Non è precisamente così, giacchè il moto generale dell'aria che è diretto dal polo boreale verso le regioni equatoriali non prende una direzione così obliqua; la qual direzione, benchè sia dalla rotazione della terra volta verso sud-ovest, tuttavia non è tratta regolarmente da est ad ovest, secondo l'asse del grande Sahara parallelo all'equatore. Le osservazioni fatte dai meteorologisti nel Sahara stesso o sulle sue rive hanno provato che il viaggio ordinario delle masse aeree è diretto dal Mediterraneo verso il grande focolare di richiamo.
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