I venti che dominano nel Sahara, tranne forse nella parte orientale del deserto(1012), e fin nel paese de' Tuareg(1013), dove, del resto, le correnti atmosferiche sono variabilissime, non sono quelli che giungono dall'est o dall'est-nord-est, che hanno perduto quasi tutte le molecole acquose durante la lunga traversata del continente di Asia. Nondimeno la direzione seguìta dalla maggior parte delle correnti aeree che spirano verso il Sahara, basta a provare quanto siano scarse di vapore acqueo. In Asia i venti polari, che hanno deposta la loro umidità sui monti del Baikal, sull'Altai, sul Thian Ciañ, sul Caucaso dei Turcomanni e sulle alte catene dell'Asia Minore, non hanno più nulla da versare sulla Cina orientale, l'Iran e l'Arabia; così pure i venti resi aridi nel traversare l'Europa non riacquistano, passando il Mediterraneo, sufficiente vapore per bagnare il continente africano: le loro nubi si scaricano sulle colline e le montagne della costa, nè recano di là che una debole proporzione di umidità, che di rado si risolve in pioggia. D'altra parte a mano a mano che si avanzano a sud, cioè verso la temperatura più calda, cresce la loro capacità d'assorbimento del vapore acqueo e diventano sempre più aridi. Le pioggie cadono più sovente nel mese d'agosto quando il sole si trova allo zenit del Sahara.
      L'aspetto del Sahara indica grandi cangiamenti che non possono essere che l'effetto dell'azione delle acque. Larghi letti con sponde e spiaggia mostrano che per codeste regioni ora inaridite, corsero un giorno dei fiumi; profondi burroni, aperti nel gruppo degli altipiani, rivelano il lavoro di torrenti e di rivi che scavarono il suolo e dispersero le materie nelle pianure in istrati di alluvione.