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      Allora crescevano le foreste di cui si vedono i tronchi pietrificati in qualche parte del deserto; allora vivevano gli elefanti ed i rinoceronti rappresentati con scolture nelle roccie delle montagne del Fezzan, dell'Algeria, del Marocco; allora i buoi di carico, in luogo dei quali ora si adoperano i cammelli, traversavano lentamente il deserto(1014). I fiumi dove nuotavano i coccodrilli, inaridirono, sparvero i grandi animali insieme con le foreste che li ricettavano; non restano che poche sorgenti vive, sicchè per aver acqua l'esperto occhio del nomade deve scoprire i luoghi favorevoli allo scavo di pozzi. L'acqua, quasi dovunque salmastra, è assai disgustosa al viaggiatore, sicchè quelli delle carovane provenienti dal sud, dove c'è copia d'acqua viva, cadono malati quando giungono ai primi pozzi del deserto che si trovano a Dibbela sulla strada dal Tzade al Fezzan, mentre nulla avviene a quelli delle carovane che giungono dal nord, perchè si sono già grado grado abituati all'acqua del deserto(1015). Gli stessi fenomeni di asciugamento del suolo, che furono osservati nelle steppe e nei deserti dell'Asia centrale e della Russia meridionale, avvennero anche a sud dell'Atlante, dove forse per la legge di compensazione l'area delle pioggie regolari si ingrandì nella parte meridionale del Sahara, recando seco rivi, piante, uomini. Tale è il fenomeno di equilibrio che il viaggiatore Rohlfs credette avere ravvisato nel clima saharino.
      Comunque sia di codesta ipotesi, i cangiamenti che ora avvengono nel Sahara si devono quasi interamente alla luce, alle varietà della temperatura, all'azione dei venti.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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