Il procedere rigorosamente insieme della carovana è necessario per giungere alla meta; bisogna siano gli uni presso gli altri in guisa da sentirsi o da vedersi per potersi aiutare nei pericoli; ogni sbaglio può essere fatale, come apparisce terribilmente manifesto dalla sorte toccata alla seconda spedizione inviata da Uargla nel deserto a studiare il tracciato della futura ferrovia traverso il Sahara. Codesta solidarietà necessaria alla carovana è diversamente compresa, secondo i costumi e le istituzioni delle diverse tribù che abitano le oasi e le regioni costiere del Sahara. Presso alcuni clan berberi, che si governano da sè stessi nè riconoscono alcun padrone, il gruppo dei viaggiatori è un giemaa mobile, dove ciascuno dà il suo parere e compie la sua parte speciale per il servizio comune. La carovana araba è condotta dispoticamente, giacchè il khebir è un padrone cui tutti devono obbedire: dipendono da lui alcuni sciaus che dettano i loro voleri, alcuni sciuaf che sorvegliano la contrada, un khogia che stende gli atti, un gridatore che pubblica gli annunzi, un muezzin che chiama alla preghiera, un sacerdote che la recita.
II
TIBESTI E BORKU.
Le divisioni naturali dell'immensa estensione del Sahara sono indicate dai gruppi di montagne, quali il Tibesti, i Tassili, il giebel Ahaggar. Se nel deserto cadessero pioggie assai abbondanti, si formerebbero bacini fluviali distinti, dipendenti dal Nilo, dalle Sirti, dall'Atlantico o dal Niger.
Il bacino orientale, indicato specialmente col nome di deserto libico, probabilmente non ha altre alture che alcuni massi isolati di gres ed alcuni pozzi di sabbia, come nelle regioni percorse tra il grande gomito del Nilo ed il Kordofan: traverso l'aria pura del deserto non furono viste elevarsi montagne sopra l'orizzonte di ovest e nessun corso d'acqua indica esservi cime su cui cadano pioggie.
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