Una sorgente termale, famosa in tutto il Sahara orientale, scorre in un burrone ad est della grande catena, cinquanta chilometri a sud dai Bardai, la principale oasi del Tibesti. Codesta sorgente, detta Yerickè, o la «Fontana» per eccellenza, si vuole sia talmente calda da non potersi avvicinare ai getti di vapore da essa lanciati, i quali in mezzo al fumo producono di continuo esplosioni. L'acqua non serve a bagni che alquanto raffreddata; ammassi di zolfo riempiono le circostanti cavità dello scoglio. A Nachtigal fu vietato di visitare codeste terme, che gli indigeni dicevano «nostra sola ricchezza», per timore che egli mediante magìa riuscisse ad impossessarsi delle miniere d'oro nascoste dai giin sotto le pietre vicine.
Non si sa ancora quale sia la larghezza della catena del Tibesti; certo è però che nella parte centrale del suo svolgimento, il gruppo si estende oltre cento chilometri in largo, dalla pianura del Borku al deserto libico. In media le chine meridionali sono meno dirupate di quelle del nord; perchè, sebbene sia da questa banda il versante scosceso, la base è più alta; ivi comincia la lunga pianura quasi senza pendìo che si stende verso le oasi di Kufra. A nord-ovest la catena è interrotta da larghi valichi che separano gli uni dagli altri alcuni gruppi di scogli scoscesi oppure inaccessibili. Uno dei gruppi, a nord-ovest di Tarso, è composto di massi di gres a forme architettoniche: si direbbero anfiteatri romani, chiese bizantine, castelli forti; a questi regolari edifizî sono mescolati profili bizzarri di animali e d'uomini d'una media altezza di 60 metri.
| |
Sahara Bardai Tibesti Yerickè Nachtigal Tibesti Borku Kufra Tarso
|