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      Strette orlature di scogli calcari, bianchi, rossi, violetti separano i fondi del Bahr el-Ghazal o il «mare delle Gazzelle», vasto bacino, poco fa lacustre ed ora asciutto, che comunicava mediante uno stretto col lago Tzade: anche alcune parti del Borku appartengono a codesta depressione senza uscita che forma il vero centro dell'Africa tra i bacini fluviali che inclinano verso il mare, cioè il Nilo, il Niger, il Congo. Acque dolci o salmastre scaturiscono nelle cavità del Borku, ma v'hanno pure valli che non hanno punto sorgenti visibili, i fondi delle quali sono coperti di allume. Intorno le oasi stanno accumulate alcune fila di dune formate dalla disgregazione del gres.
      La maggior parte delle roccie sono nude, aride, senza cespugli nè licheni: la contrada sarebbe affatto inabitabile, se ogni anno non vi cadesse la pioggia. Specialmente nel mese d'agosto si vedono accumularsi le nubi nel cielo, giacchè il Tibesti si trova per il clima nella zona del Sudan, essendo che la pioggia, che d'altra parte è relativamente assai rara, cade l'estate, quando il sole è allo zenit. Basta che le pioggie durino alcune ore perchè le strette valli rocciose, che non hanno terreni permeabili, siano interamente ripiene: il torrente d'un'ora discende con furia trascinando gli animali domestici, capre, pecore e talvolta anche i cammelli. Passato il torrente, la valle diventa di nuovo secca, ma l'acqua pura si mantiene negli anfratti della roccia, in grotte profonde intorno a cui si ritirano gli uomini e le bestie.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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