Già si è usciti dal Sahara propriamente detto per entrare nella zona delle steppe che orla a nord le terre umide del Sudan. Ivi le erbe crescono in abbondanza, da prima nei burroni, tra le ondulazioni del terreno, poi sui rigonfiamenti del suolo; la tinta grigiastra o giallastra è sostituita da quella della verdura; nell'oasi d'Agadem si vede il primo albero che non è nè una palma nè una acacia, bensì il tundub (capparis sodada), dal tronco tortuoso e squarciato e dai grossi rami ricurvi e pendenti. V'hanno poche regioni al mondo più ricche di animali di codesta zona delle steppe del Sahara. Le antilopi vi corrono a torme di decine e di centinaia, sicchè in diversi luoghi ci si può credere in mezzo d'un immenso parco popolato da animali domestici. Il deserto è passato.
     
     
      VI
     
      GIEBEL AHAGGAR ED ALTIPIANI CIRCOSTANTI.
      TUAREG DEL NORD.
     
      Ad ovest e a nord-ovest delle «porte» che traversa la strada da Murzuk al lago Tzade, l'ossatura mediana del Sahara continua mediante aspri scogli, che si elevano grado grado a 1,200 ed anche a 1,500 metri, per formare un altipiano a burroni: probabilmente questa è la regione che gli autori arabi del Medio Evo chiamavano il giebel Tantana(1034). A sud di Rhat si apre ai viaggiatori diretti verso l'Air uno stretto braccio con molti precipizi. In nessuna parte la natura sembra più inospitale e più terribile che tra le gole di codeste montagne. La nudità assoluta dei declivi, la tinta scura delle roccie di gres nerastro, la strana forma delle balze non ricoperte nè da un filo d'erba, nè da muschio, codesto desolante complesso fa sull'animo del viaggiatore una impressione più terribile ancora dello spazio infinito delle sabbie.