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      L'altipiano in cui va a perdersi la catena delle montagne di Gianet è noto col nome di Tassili, parola barbara, che indica precisamente l'aspetto del suolo. Codesto Tassili detto «settentrionale» o «degli Azgiar» per, distinguerlo da altri altipiani posti a sud dell'Ahaggar, è un complesso di alte terre fortemente ondulate, il cui asse si mantiene nella direzione da sudest a nord-ovest nel prolungamento del sistema che comincia al Tibesti. La costa a picco dell'altipiano, che a sud-ovest confina con le alluvioni quaternarie che formano le pianure saharine, sembra continui regolarmente nell'asse orografico. Verso la metà di codesta sponda sorge un gruppo di cime, chiamato come tanti altri col nome di Adrar, o di «Montagna» per eccellenza: secondo Duveyrier, il picco che domina codesto gruppo, l'In-Esôkal, alto oltre 1,500 metri, è «certamente un puy vulcanico»; le sue lave si sono rovesciate sugli scogli devoniani dell'altipiano. Verso ovest, il Tassili è frastagliato in isole ed isolotti e dal lato del nord le depressioni penetrano a guisa di golfi e di baie nello spessore del masso: l'altipiano si trova così diviso in numerosi frammenti, a ciascuno de' quali i Tuareg, che percorrono quei luoghi, hanno dato il suo nome. L'Eguelè, che è la tavola più vicina all'ued Righ, è circondato ad est, a nord e ad ovest dalle «Sabbie» o Edeyen. L'altura di Khanfusa (583 metri), la prima roccia devoniana che si incontra sulla strada da Tugurt a Ideles nel giebel Ahaggar, è pure un avanzo dell'altipiano frastagliato.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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