Secondo von Bary l'acqua di codeste fontane non è bollente, come affermano i Tuareg, bensì leggermente termale, giacchè la sua temperatura supera 37 gradi centigradi. Nelle pozze di Miharo, l'esploratore alemanno non vide coccodrilli, ma ne riconobbe evidenti traccie. Dalle orme, sembra che codesti anfibi, temutissimi dai pastori, non abbiano più di due metri di lunghezza. A nord-ovest si trova sullo stesso altipiano nella valle dell'ued Tigiugielt il lago Menghug, che appartiene al bacino degli Ighargharen: esso fu la prima volta visitato nel 1880 dalla missione Flatters. È uno stagno che, in tempi regolari, è lungo un chilometro, largo circa 100 metri e profondo 4; ma nelle stagioni secche si abbassa di 3 metri e si riduce ad un semplice imbuto, come i Sebarhbarh; invece dopo le forti pioggie riempie un vasto circo di dune e bagna con le sue acque il piè de' tamarindi. Gli ufficiali francesi non vi videro coccodrilli, ma vi pescarono enormi pesci, tutti di specie che si trovano anche nel Nilo e nel Niger(1039). È questa una nuova prova esservi stato un clima più umido: grandi fiumi scorrevano nelle estensioni che oggi formano il deserto; gli animali acquatici si propagavano di fiume in fiume: ora sono ridotti a stretti limiti e minacciati di morte se eccezionali siccità fanno evaporare le acque.
      Sul versante opposto del Tassili, tra l'altipiano ed il gruppo dell'Ahaggar propriamente detto, si estende una grande sebkha che già fu un lago le cui acque scorrevano a sud-est, per l'ued Tafasasset, o a nord per l'Igharghar: codesta salina si trova press'a poco sullo spartiacque fra il Mediterraneo e l'Atlantico, dove mette capo il bacino del Niger.