L'Amadghor fu la prima volta visitato da Europei durante la seconda missione Flatters, ma l'eccidio di quella spedizione fu causa che alla scienza geografica mancassero le carte ed i rapporti relativi a codesta parte del viaggio. Si sa solo che la pianura di Amadghor è molto estesa, giacchè abbisognano cinque giorni di viaggio per traversarla. La salina, che è alimentata dai rivi che discendono dalle valli dell'Egueré e del giebel Ahaggar, probabilmente riceve una quantità d'acqua notevole. Il sale è eccellente e se ne potrebbe raccogliere una quantità sufficiente a milioni di persone; nondimeno le continue guerre tra Ahaggar e Azgiar furono causa che più non se ne estraesse: così pure furono causa che la grande fiera che si teneva in riva alla salina, fosse sostituita da quella di Rhat(1040). È certo che il ristabilimento della pace restituirebbe la sua importanza commerciale alla salina d'Amadghor ed essa ritornerebbe un luogo di mercato per le carovane tra il Sahara e la Nigrizia.
La relativa abbondanza delle acque nel giebel Ahaggar dà naturalmente alla flora di codesta regione una ricchezza relativamente notevole. Nelle valli bene irrigate si accalcano in vere foreste le acacie, specialmente quelle che producono la gomma arabica ed altre essenze; von Bary ha pure veduto nelle vicinanze del Mihero alberi uniti da liane in un gruppo impenetrabile. Basta una piccola pioggia, perchè in poche ore il nudo suolo si rivesta di una ricca vegetazione di erbe. Duveyrier racconta d'aver visto vasti spazi, che il giorno innanzi erano aridi, ricoprirsi il dimani, dopo una notte di pioggia, della più bella verdura: bastano sette giorni, perchè la nuova erba, detta dai Tuareg «primavera», possa nutrire le mandre.
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