I viaggiatori hanno pure riconosciute alcune tombe frugate e rifrugate da coloro che vi cercavano tesori: non si sa però a quali popolazioni si debbano attribuire quegli avanzi di altre età. I Berberi Tuareg percorsero fin da tempo immemorabile il Sahara centrale: certo essi occupavano il paese quando gli Arabi penetrarono nella Mauritania e si incontrarono la prima volta con gli abitanti del deserto. Furono gli Arabi a dare a costoro il nome di Tuareg che significa gli «Abbandonati», i Diseredati da Dio in causa della resistenza che, a detta degli scrittori arabi, codeste popolazioni «sabeiste o feticiste», opposero lungo tempo al maomettanismo, giacchè non si convertirono che nel terzo secolo dopo l'egira. I Tuareg si chiamano fra loro, secondo i dialetti, Imohagh, Imosciarch, Imagirhen. Egual nome hanno gli Amzigh del Giurgiura e gli Imazighen del Marocco, il quale deriva egualmente da una radicale che implica l'idea di libertà e di fiera indipendenza. In quanto alle origini della razza, esse sono «mescolate ed intrecciate come il tessuto d'una tenda composta del pelo di cammello e di lana di montone: bisogna esser ben abili per distinguere l'uno dall'altro». Così parla lo sceicco Brahim Uld Sidi, ritenuto l'uomo più istruito fra i Tuareg(1044). Le grandi famiglie berbere del Sahara centrale possono, mediante alleanze, rivendicare il titolo di Arabi e di sciorfa: indirettamente hanno nelle vene il sangue del Profeta. Gli Imohagh si dividono in numerosissime tribù, che formano quattro grandi confederazioni, gli Azgiar e gli Ahaggar o Hoggar, che sono i Tuareg del nord, – i Kel-Owi e gli Auellimiden, che sono i Tuareg del sud.
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