Fra i Tuareg non si vedono persone malaticcie e rachitiche, giacchè i deboli ed i malaticci sono presto tolti di mezzo, e quelli che restano sfidano le malattie e le fatiche, nè è raro trovare fra loro vecchi a cent'anni. Certo i Tuareg devono la eccellente salute alla loro estrema sobrietà; fra gli altri insulti ch'essi rivolgono agli Arabi, c'è quello di «grandi mangiatori». In viaggio i Tuareg mangiano solo una volta il giorno, due quando soggiornano al campo, ed i loro cibi sono grano, datteri, fichi, bacche della salvadora persica, erbe, un po' di carne; non mangiano pesci nè uccelli, l'uso dei quali è loro vietato dal costume che solo li consente ai marabutti. I reumi e le oftalmie sono le malattie più comuni tra i Tuareg, dovute all'abitudine di dormire sulla sabbia ed al riverbero del sole sulle dune. Differente è l'occhio dell'abitante del deserto da quello di chi abita le oasi; nel primo le ciglia spesse ricoprono il globo, piccolo e sprofondato, le ciglia sono lunghissime, un cerchio biancastro separa la cornea dalla scherotica ed il tutto insieme presenta una leggiera tinta rossa dovuta ai vasi sanguigni(1046).
TIPI E COSTUMI. – TUAREG IN SPEDIZIONE.
Disegno di J. Pranishnikoff, da una fotografia del signor Neurdein. [vedi figura 853.png]
È noto che i Tuareg hanno l'abitudine di velarsi la faccia per riparare la vista dai raggi solari ed arrestare nello stesso tempo la polvere sollevata dalla sabbia: tale costume finì col diventare una specie di pratica religiosa per gli uomini, i quali neppure la notte depongono il velo, giacchè dicono bisogna nascondere la bocca, la porta per cui si introduce il cibo nel corpo(1047). Come i Tibbu e la maggior parte degli altri Saharini, i Tuareg sono da tempo immemorabile chiamati dai loro vicini Arabi col nome di «Genti dal Velo», Ahel el-Litzam.
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