Il carattere morale dei Tuareg fu descritto in modo forse troppo lusinghiero da Duveyrier che era rimasto contentissimo del soccorso avuto dallo sceicco Othman, uno dei capi della tribù degli Ifoghas: d'altra parte la strage della missione Flatters e gli orrori che la seguirono hanno spinto l'opinione pubblica a ritenere gli Imohagh quali esseri crudeli, avidi, perversi, vili e senza fede. Non si potrebbe però applicare a tutti il giudizio dato su alcuni, giacchè è certo che i Tuareg hanno alte qualità, sono valorosissimi, fedeli alle promesse fatte a musulmani come loro, rispettosi dell'onore degli amici. Il predone targui, che viaggia dieci giorni sul mehari per rubare del bestiame ad una tribù nemica, si guarderebbe bene dal toccare il deposito lasciato da una carovana; il debitore ed i suoi eredi non dimenticano mai ciò che devono, come non dimenticano la vendetta l'offeso nè i figli di questo. D'altra parte grande è la differenza tra i Tuareg; gli Azgiar, specialmente gli Ifoghas, sono molto meno violenti, meno selvaggi degli Ahaggar, ai quali sono da ascrivere gli atti selvaggi che hanno consumato le popolazioni algerine. La società targui ha i vizi che derivano dalla sua abitudine essenzialmente aristocratica, basata sulla servitù, e quindi sdegnosa del lavoro, come indegno di uomini liberi, mentre celebra la guerra ed il saccheggio come la maggior gloria. Alcune tribù sono nobili, sciaggaren, le sole che possedano i diritti politici e che esercitino il potere, le sole i cui uomini possano sedere, compiuti quarant'anni, nei consigli e far mostra della loro facondia, alla quale i Tuareg tengono moltissimo; loro mestiere è la guerra, giacchè il lavoro sarebbe per essi un disonore.
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