Si può dire in via generale che il Tuat è la regione di alluvioni quaternarie che si sviluppano a guisa di mezzaluna ad ovest e a sud del grande altipiano cretaceo di Tademait. Confini naturali dei piani del Tuat sono a nord le dune dell'Erg occidentale; il mare di sabbie d'Iguidi ad ovest, dall'altro lato dell'ued Saura; a sud l'altipiano devoniano di Muidir; inoltre, codesti piani e bacini isolati sono divisi da hamada petrose e da cordoni di dune.
Sì frequenti sono le relazioni di commercio tra la Berberia ed il Tuat, centro naturale degli scambi del Sahara, che si poterono ottenere da alcuni indigeni tutte le indicazioni desiderabili; sinora però pochissimi sono i viaggiatori europei che penetrarono tra quelle popolazioni musulmane. Laing visitò nel 1816, insieme collo sceicco Othman degli Ifoghas, il Tuat, quando ancora gli abitanti di codeste oasi non temevano che alcuni Rumi potessero recarsi colà a impadronirsi del loro territorio. Nel 1861 gli ufficiali francesi Colonieu e Burin entrarono, traversando la zona delle grandi dune al sud dell'Orania, nel Gurara, ma fu loro vietato di progredire e dovettero riprendere la strada del nord prima che fosse compiuta la loro missione. Più fortunato, Gerardo Rohlfs soggiornò nell'oasi di Tuat oltre un mese nel 1864, ma come musulmano ed inviato dello sceriffo di Uezzan; egli si attribuì una genealogia illustre dicendo di appartenere alla stirpe degli Abassidi. I fedeli accorrevano a baciare il panno del suo haik e divulgavano ovunque la fama delle sue meravigliose cure; dicevano che restituisse anche la vista ai ciechi(1055). Anche il signor Soleillet, che giungeva dal nord, si presentava dieci anni appresso, innanzi ad Insalah, ma egli non era nè Abasside, nè musulmano ed indarno chiese di entrare nell'oasi, sicchè dovette ripartire per el-Golea, insieme coi suoi quattro compagni.
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