Le palme del Tuat sono in generale piccole, ma il legno è migliore di quelle che vengono dall'occidente. All'ombra di esse si coltiva frumento, orzo e la besna, che fornisce due raccolte l'anno; dagli orti si ottengono melagrani ed uve, ma in poca quantità, perchè il sole li brucia. Gli abitanti di Tuat ottengono pure, mediante l'irrigazione dei loro giardini, legumi diversi, ma non in quantità sufficiente, sicchè devono comperare dal Tell algerino una porzione di viveri; del resto, in una parte delle oasi si coltivano piante industriali, il cotone, l'henne (lausonia inermis), il kurunka (calotropis procera), il legno del quale arbusto serve a fare il carbone che si adopera per fabbricare la polvere. L'oppio, che le genti del Tuat fumano con avidità, è specialmente coltivato nelle oasi del nord, mentre il tabacco è uno dei prodotti principali delle oasi del sud. Gli animali domestici non differiscono punto da quelli delle altre oasi sahariche, ma sono meno numerosi. Il cammello nel Tuat è il principale compagno dell'uomo come bestia di carico e come cavalcatura; rarissimi i cavalli, mantenuti, come gli asini, con datteri guasti; i buoi mancano affatto; le pecore, rivestite di pelo come le capre, somigliano a quella del Tibesti, e le galline non superano la grandezza dei pulcini dell'Europa occidentale(1057). Secondo il signor Rohlfs, i primi ad occupare il Tuat furono i Tuareg, come ne fanno testimonianza i nomi delle differenti specie di datteri, quasi tutti in lingua temac.
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