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      Non solo la popolazione è musulmana, ma è anche composta di khuan Teibiya che spediscono regolarmente le loro offerte allo sceriffo d'Uezzan; però gli abitanti di Tamentit sono di origine ebrea, come gran parte degli abitanti del Tuat. Convertiti per forza, divennero mussulmani feroci, quasi cambiati in Nigrizi per la mescolanza delle razze; però conservarono della origine ebraica una grande abilità negli affari e molta destrezza in tutti i mestieri, sicchè apersero bottega chi da gioielliere, chi da armaiuolo, magnano, calzolaio, sarto, nè lavorano men bene dei loro colleghi delle città del Marocco e dell'Algeria. Gli indigeni mostrano con orgoglio nella corte della kasbah di Tamentit una «pietra caduta dal cielo», un nero e brillante masso che probabilmente è un meteorite: la tradizione aggiunge che esso era di argento e fu poi mutato in ferro in causa della corruzione degli uomini.
     
      A sud di Tamentit le oasi, che ivi hanno specialmente il nome di Tuat, giacchè solo più a sud sono chiamate Blad Sali e Blad Reggan, continuano lungo l'ued Messaud fino a Tillulin e Taurirt al confluente d'un altro ued disceso dagli altipiani dell'oriente. Codesto luogo è uno dei più popolati della regione dei palmeti, ma di là si stende il deserto in mezzo a cui si perde la valle o in una depressione salina, come riferirono i Tuatia a Rohlfs, o in una gola che pare lo unisca al letto del Teghazert, il fiume del versante meridionale dell'Ahaggar. Codesto corso d'acqua, interrotto solamente da un cordone di dune superabile in meno di due ore, apparterrebbe, secondo i signori Pouyanne e Sabatier, che hanno raccolto le affermazioni di un gran numero d'indigeni, al bacino fluviale del Niger col quale si unirebbe mediante stagni che si vuotano e si riempiono a vicenda.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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