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      Agades ha un'altitudine di circa 750 metri e sorge sull'orlo d'un altipiano di gres e di granito, le acque del quale asportano dagli strati profondi una certa quantità di sale. La città offre in parecchi quartieri l'aspetto d'un ammasso di rovine; le case sono circondate da prominenze composte solo di macerie. Il solo edificio notevole di Agades è la «torre» per eccellenza, che serve a un tempo di minareto e di vedetta: è alta circa 30 metri, gonfia verso la metà come i tronchi delle palme, e assottigliantesi grado grado verso la sommità. Quello però che in essa è più strano sono i travicelli di legno di palma disposti tratto gatto a solaio per sostegno della base murata, i quali travicelli sporgono in fuori oltre un metro. Assai scarsa è l'industria di Agades, quasi tutta dovuta alle donne, che fabbricano gli oggetti di cuoio e che tessono le stuoie: i formaggi d'Air sono rinomati in tutto il Sahara. Assai attivo è il commercio, ma non ha grande importanza che per il trasporto del sale: sono i Kel-Gheres ed altri Berberi della contrada che formano le carovane che vanno a caricare il sale a Bilma per rivenderlo ai Nigrizi al prezzo di 40,000 a 60,000 cauri ogni carico di animale: il treno non è mai minore di 3,000 cammelli. Al tempo di Barth la moneta di scambio al mercato di Agades non era nè l'oro, nè l'argento, nè le conchiglie, nè i nicchi, nè pezze di stoffa, bensì grani di pennisetum: però sono già quarant'anni che il grande esploratore visitò codeste regioni del Sahara, e quarant'anni sono un periodo abbastanza lungo nella vita delle nazioni.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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