Diventati padroni dell'Adghagh e de' piani circostanti, si unirono ad altre tribù berbere o nigrizie, poi, uscendo sopra il Niger dalle loro montagne, penetrarono lungi nel Sudan e conquistarono i reami negri, ma furono essi pure in parte conquistati dal lato etnologico e glottologico. Un gran numero di essi somiglia, per il tipo del viso, ai negri Haussa: nella loro lingua si sono introdotte molte parole e frasi di idiomi nigrizi.
I viaggiatori parlano vagamente di popolazioni non ancora convertite all'Islam, le quali vivono nelle montagne degli Auellimiden. Codesti aborigeni sono i Daggatun, che parlano lo stesso linguaggio dei Tuareg, ma hanno il colorito più bianco e fanno i matrimoni esclusivamente fra loro, nè mai un Targui acconsentirebbe, benchè povero, di dare la sua figlia ad un Daggatun, fosse pure un ricco signore. Codesti non hanno diritti se non son fatti valere da un patrono targui, il quale consente a divenire, pagato, il loro «scudo»; quando la tribù parte per una spedizione, i Daggatun formano l'avanguardia. Codesti clienti degli Auellimiden, secondo il viaggiatore israelita Mardocheo, sono Ebrei, se non di religione, almeno di razza, che, come i loro fratelli, si occupano specialmente del piccolo traffico(1074). Gli Auellimiden sono poco zelanti nella loro fede, negligenti al digiuno ed alla preghiera e non hanno nè scuole nè moschee; il loro centro religioso è nel Sudan; i loro marabutti sono i Bakkai di Tinbuctu che ricevono le offerte e spiegano il senso del Corano e le nuove istituzioni(1075). Così l'antico diritto del matriarcato, secondo il quale l'eredità passa al figlio della sorella, per i marabutti degli Auellimiden più non esiste; non si è mantenuto che per la gente civile.
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