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      Di fatto c'è, discosto da 300 a 350 chilometri dalla riva dell'Atlantico, una cresta di separazione parallela alla costa; da una parte le acque piovane discendono verso il mare per i burroni, dall'altra discendono a sud-est e si perdono sotto le dune di Iguidi per ricomparire in fonti e formare dei piccoli guelta, cioè degli stagni e delle saline. Un solo bacino fluviale, a sud della Boca Grande, ha una grande estensione: è la Sakiet el-Homra o il «Torrente Rosso, che talvolta fu indicato come il limite ufficiale dell'impero marocchino, quantunque a 500 chilometri dalla vera frontiera. In quanto al gruppo dell'Adrar esso pure ha il suo sistema idrologico distinto. Dalle catene di scogli che limitano ad est il complesso del gruppo, discendono sorgenti bastevoli ad alimentare due fiumi, il cui corso è parallelo all'asse degli scogli nella direzione da nord-est a sud-ovest. Il fiume del nord si arresta in una depressione dove le sue acque si distendono e svaporano; quello del sud sembra continuare il primo, giacchè la fonte si trova nella stessa valle. Codesto corso d'acqua, sulle cui rive vivono quasi tutti gli abitanti dell'Adrar, sfugge alle regioni delle montagne e va a perdersi a sud in uno stagno del deserto(1083).
      La costa, le cui pareti a picco e le dune si aprono tratto tratto per lasciar passare le acque torrenziali, è una delle più pericolose dell'Africa; sicchè si comprende l'ansietà dei marinai portoghesi del secolo decimoquinto, costretti dalle loro leggi a percorrere tali coste già visitate dai Fenici e dai Dieppesi.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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