Nel quadrato dell'edifizio è compresa una corte interna, ma vi si sta di rado in causa della sabbia che riempie l'aria, e delle mosche che i cammelli attirano a nubi. Codesta città, come quella che attende al commercio e non alla religione, non è abitata che dai mercatanti di Tinbuctu, dai loro servi e dagli Haratin, negri liberi, occupati ad abbeverare, bardare, caricare i somieri. I Berabich, che conducono le carovane e le difendono contro i Tuareg, loro nemici ereditari, ricevono un pedaggio da tutti i viaggiatori che passano sul loro territorio: secondo Lenz, i Berabich sono veri Arabi, non ostante il loro nome che pare di origine berbera. Lo sceicco dei Berabich possedeva, al tempo del passaggio di Lenz, la maggior parte degli oggetti trovati sul cadavere dell'esploratore Laing, ucciso nel deserto nel 1826. La causa della sua morte sarebbe stata, secondo gli indigeni, la mala prova delle sue medicine, giacchè due ammalati che egli curò, morirono lì per lì; si temeva che egli desse veleni o avesse la jettatura. Pure nella stessa regione del Sahara, si trova «a dieci giornate di cammino a nord di Taudeni», Sukaya, dove il viaggiatore inglese fu ucciso dagli Harib, dieci anni dopo Haig(1095).
     
      N. 160. – ARAUAN E MABRUK.
     
     
      Alcune altre città furono fondate sulla frontiera meridionale del deserto. Sulla strada dove era es-Suk, cioè il «Mercato», sorgono, non lungi dal deserto di Tanezruft, a un centinaio di chilometri ad est d'Arauan, le città di Mabruk o Mebruka e di Manum, abitate da negri che obbediscono pure agli Arabi Berabich; intorno a codeste città errano talvolta i Tuareg.