I Tidrarin non pescano che con la lenza o la rete, nè hanno barche di pelle, come avevano affermato alcuni viaggiatori prima dell'esplorazione di Panet. I Tidrarin fanno parte della potente confederazione degli Ulad-Delim, le cui tribù sono sparse per tutto il Sahel, dalla foce dell'ued Draa fino alle pianure vicine all'Adrar. Codesti nomadi sono come i Trarza ed i Brakna della riva destra del Senegal, con i quali hanno comune l'origine Zenaga, assai mescolati con gli Arabi, ma molto meno incrociati da' negri; parlano egualmente un dialetto berbero poco differente dalla lingua tamazight. Notevole è la bellezza delle loro donne, le quali, grazie ai cambiamenti di luogo a cui sono costrette le tribù, non hanno l'obesità che è in tanto onore fra le popolazioni del Sahara occidentale. Gli Ulad-Delim sono sempre pronti all'assalto od alla fuga, sicchè quando ricevono il comando di partire, in mezz'ora riuniscono le mandre, piegano le tende, caricano gli utensili di cucina e si mettono in marcia(1098).
      Gli Ulad-Delim, gli Ulad Bu-Sba, gli Yahia Ben-Othman si incontrano sulle rive della grande salina d'Igiil (Giil, Iscil), ma i prodotti non appartengono a loro, giacchè la sebka appartiene alla tribù dei Kunta, che è a sud-est dell'Adrar: per l'estrazione del sale essi vengono pagati in cammelli e con un diritto di uscita. In riva della salina non sorge alcuna città, sebbene dopo la stagione delle pioggie, quando la sebka è ripiena ed i lavori sono sospesi, il commercio sia assai notevole ne' luoghi circostanti alle cave.