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      Così reputò che la depressione fosse costante fino alla soglia di Gabes; pensò alle antiche tradizioni del periplo di Scilace e del mare delle Sirti, e concepì il disegno di rifare l'opera che la natura aveva distrutto. Tornato in Francia, studiò i geografi antichi e moderni, raccolse una folla di prove di seducenti apparenze, e nel maggio del 1874 espose il suo progetto di un mare interno in Algeria(1104). Con un canale di una ventina di chilometri, con 30 milioni di spesa o giù di lì, si sarebbe coperta di acque marine una superficie di 20,000 chilometri quadrati, mutando le condizioni climateriche di un vasto tratto dell'Algeria, riconducendovi l'antica feracità, e chiudendo in cotal modo la Tunisia a ridosso dei possedimenti francesi. E fu persino chi pensò che le acque del Mediterraneo avrebbero avuto la compiacenza di circondare una distesa anche più grande del deserto, e persino di congiungersi con quelle dell'Atlantico, per aprire così tutto il centro dell'Africa alla civiltà, ai commerci ed alla scienza. L'Assemblea francese, sulla proposta dell'onorevole Bert, pensando forse al profitto politico che sarebbe derivato anche dalle sole ricerche volte a preparare l'impresa, deliberò un credito di 10,000 franchi; la Società geografica di Parigi ne aggiunse altri 3,000; il Ministero della guerra pigliò su di sè l'intrapresa e fu organizzata una spedizione, capo Roudaire, con Duveyrier, ed altri uomini competentissimi, per determinare il perimetro del bacino inondabile, e studiarne accuratamente la configurazione.


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Nuova Geografia Universale. La Terra e gli uomini
olume 11 - l'Africa settentrionale - parte II
di Elisée Reclus
Editore Vallardi Milano
1890 pagine 1046

   





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