P. Leroy Beaulieu raccomanda altre linee, le quali penetrino anche più verso il deserto, raggiungendo intanto gli estremi confini dei dominî francesi. Una di queste, partendo da Biskra, traverso le oasi di Ued Rir e Tuggurt, riuscirebbe a El-Goleah, con un percorso di circa 330 chilometri. Un'altra linea sarebbe spinta da Ain Sefra a Egli, nell'estremo sud oranese, con una diramazione per l'oasi marocchina di Figuig. Una terza linea riuscirebbe a Laghuat, lunga circa 400 chilometri, e sarebbe utile del pari dal lato strategico, agricolo, economico, consentendo di penetrare nelle oasi, di ampliarle ed accrescerle, di coltivare alcune parti del deserto. Queste ferrovie possono essere costruite in pochi anni, a sezione ridotta, con sistemi economici e con una spesa di 50 a 60,000 lire il chilometro. Collegati così i punti estremi del dominio francese, si potrà allora pensare al transahariano: ma lo stesso Leroy Beaulieu dichiara che a questo non conviene pensare per ora. A ogni modo, da Tripoli, la linea per l'interno sarebbe più facile, più breve ed economicamente più produttiva.
IV.
ITALIA E FRANCIA NELLA TUNISIA.
Geograficamente la Tunisia è quasi una continuazione dell'Italia, e la sua storia è stata in gran parte legata a quella del nostro paese, come da noi le venne la civiltà che vi lasciò le più tenaci memorie, da noi i commerci, che più contribuirono alla sua moderna prosperità.
Gli antichi ne attribuivano la fondazione alla vaghissima ninfa abbandonata da Cadmo sulla spiaggia deserta, poco innanzi al diluvio di Deucalione.
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