Uno schiavo napoletano, Mariano Stinca, aveva sempre avuto una grande influenza sull'animo di lui, e fu ucciso nel 1814, insieme al successore di Hamuda, la cui favorita era pure italiana, da Mahmud bey, che durò sul trono poco più di nove anni. Il regno di lui, più che per le insurrezioni e le stragi che continuarono a turbarlo, è celebre per il grave colpo subito dalla Reggenza coll'abolizione della corsa e colla chiusura dei mercati di carne umana, ch'erano le maggiori sorgenti di potenza e di lucro. Ma più lo è quello del successore di lui, Hussein bey, che assiste dapprima incerto, poi mostrando la più aperta simpatia per i vincitori, alla presa d'Algeri, pel che la Francia voleva offrirgli in dono la provincia di Orano. Al fratello di lui, Mustafà, succedette nel 1837 il figlio Ahmed, che abolì definitivamente la schiavitù, consentì una prima cappella cattolica, e visitò, alla fine del 1846, la Francia. Il cugino Mohammed, nei quattro anni che fu al potere, avviò il progresso economico e intellettuale compiuto dalla Reggenza sotto il fratello di lui Mohammed-el-Sadok, che gli succedette nel 1859.
      La natura e la storia avrebbero dunque assegnato a Tunisi il primo posto, fra tutte le Potenze, all'Italia. Quel paese si trova più assai che ad altri prossimo al nostro, quasi suo prolungamento, certo andò al nostro unito in tempi preistorici; Roma v'impresse le più larghe e tuttodì ammirate orme della sua civiltà; Genova e Pisa vi dettarono le prime capitolazioni ai soldani barbareschi; domati i corsari, furono famiglie derivate od emigrate di fresco dall'Italia che vi ravviarono i commerci ai quali la Reggenza deve la sua floridezza presente; italiana è la lingua che si adopera, per quanto corrotta nell'uso, fra le varie genti del paese, in tutte le relazioni amministrative ed economiche, e furono italiani quelli che vi hanno avuta la maggiore influenza.