Chi fa esperienze accresce il sapere;
chi è credulo aumenta l'errore.
Prover. Arab. Erpen. 57
RERUM NATURA NUSQUAM MAGIS QUAM IN MINIMISTOTA EST. QUAPROPTER QUÆSO NE NOSTRA LEGENTES
(QUONIAM EX HIS SPERNUNTUR MULTA) ETIAM RELATAFASTIDIO DAMNENT; QUUM IN CONTEMPLATIONE NATURÆ
NIHIL POSSIT VIDERI SUPERVACUUM.
Plinio nel principio del Lib. XIDove comincia a trattar degl'insetti
MIO SIGNORE.
E' non ha dubbio alcuno che nell'intendimento delle cose naturali dati sono dal supremo Architetto i sensi alla ragione come tante finestre o porte per le quali o ella si affacci a mirarle, o elleno entrino a farsi conoscere. Anzi, per meglio dire, sono i sensi tante vedette o spiatori che mirano a scoprire la natura delle cose e 'l tutto riportano dentro alla ragione la quale, da essi ragguagliata, forma di ciascuna cosa il giudizio, altrettanto chiaro e certo quanto essi sono più sani e gagliardi, e liberi da ogni ostacolo ed impedimento. Onde acciocché restino sincerati, molto spesso ci avviciniamo o ci discostiamo, mutando lume e posto a quelle cose che da noi si riguardano, e molte altre azioni facciamo, non solamente per soddisfare la stessa vista, ma e l'odorato e 'l gusto e l'udito e 'l tatto in guisa tale ch'e' non è uomo alcuno, il quale abbia fior d'ingegno, che ricerchi dalla ragione il giudizio delle cose sensibili per altra via che per quella più facile e più sicura da' propri sensi aperta e spianata. Per lo che ottimamente, a mio credere, disse colui, che se alla nostra natura si desse l'elezione, ovvero qualche mente superiore ricercasse da essa se sia contenta de' suoi sensi incorrotti ed interi o se pure cosa miglior desideri, ei non vedeva ch'ella potesse domandar di vantaggio.
| |
Lib Architetto
|