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      Raccomodata la scatola come in prima ella si stava, ed il dì vegnente riapertala, mirai che da tutte quell'uova erano nati altrettanti vermi, e che i gusci vòti stavano per ancora attaccati là dove furono partoriti; e quei primi bachi veduti il giorno avanti eran cresciuti di grandezza al doppio: ma quello che più mi sembrò pieno di maraviglia si fu che il seguente giorno arrivarono a tal grandezza che ciascuno di loro pesava intorno a sette grani; e pure il giorno avanti ne sarebbono andati venticinque e trenta al grano; ma gli altri usciti dell'uova erano piccolissimi e tutti insieme, quasi in un batter d'occhio, finiron di divorare tutta quanta la carne de' pesci, avendo lasciate le lische e l'ossa così bianche e pulite che parevano tanti scheletri usciti dalla mano del più diligente notomista d'Europa: e quei bachi posti in luoghi di dove non potessero fuggire, ancorché sollecitamente se n'ingegnassero, dopo che furon passati cinque o sei giorni dalla loro nascita, diventarono al solito altrettante uova, altre rosse, altre nere; e tanto quelle tanto queste di differente grandezza; dalle quali poi, ne' giorni determinati, uscirono fuori mosche verdi, mosconi turchini ed altri neri listati di bianco; ed altre mosche ancora di quelle che simili in qualche parte alle locuste marine ed alle formiche alate di sopra ho descritte. Oltre queste quattro razze vidi ancora otto o dieci di quelle mosche ordinarie che intorno alle nostre mense ronzano e s'aggirano: e perché, passato il ventunesimo giorno, m'accorsi che tra l'uova nere più grosse ve n'erano alcune che per ancora non eran nate, le separai dall'altre in differente vaso; e due giorni appresso cominciarono da quelle ad uscir fuora certi piccolissimi e neri moscherini, il numero de' quali in due altri giorni essendo divenuto di gran lunga maggiore di quello dell'uova, apersi il vaso e, rotte cinque o sei di quell'uova istesse, le trovai piene zeppe dei suddetti moscherini a tal segno che ogni guscio n'avea per lo meno venticinque o trenta ed al più quaranta: e continuando a far simili esperienze molte e molt'altre volte, or colle carni e crude e cotte del toro, del cervio, dell'asino, del bufolo, del leone, del tigre, del cane, del capretto, dell'agnello, del daino, della lepre, del coniglio, del topo, or con quelle della gallina, del gallo d'India, dell'oca, dell'anitra, della cotornice, della starna, del rigogolo, della passera, della rondine e del


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Esperienze intorno alla generazione degl'insetti
di Francesco Redi
pagine 127

   





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