rondone, e finalmente con varie maniere di pesci, come tonno, ombrina, pesce spada, pesce lamia, sogliola, muggine, luccio, tinca, anguilla, gamberi di mare e di fiume, granchi ed arselle sgusciate, sempre indifferentemente ne nacque ora l'una ora l'altra delle suddette spezie di mosche; e talvolta da un solo animale tutte quante le mentovate razze insieme; ed oltre ad esse molt'altre generazioni di moscherini neri al colore, alcuni de' quali erano così minuti che a pena dagli occhi poteano esser seguiti per la picciolezza loro; e quasi sempre io vidi su quelle carni e su quei pesci, ed intorno ai forami delle scatole dove stavan riposti, non solo i vermi, ma ancora l'uova, dalle quali, come ho detto di sopra, nascono i vermi: le quali uova mi fecero sovvenire di quei cacchioni che dalle mosche son fatti o sul pesce o sulla carne, che divengon poi vermi: il che fu già benissimo osservato da' compilatori del Vocabolario della nostra Accademia; e si osserva parimente da' cacciatori nelle fiere da loro negli estivi giorni ammazzate, e da' macellai e dalle donnicciuole che, per salvar la state le carni da quest'immondizia, le ripongono nelle moscaiuole o con panni bianchi le ricuoprono. Laonde con molta ragione il grande Omero nel libro diciannovesimo dell'Iliade fece temere ad Achille che le mosche non imbrattassero co' vermi le ferite del morto Patroclo in quel tempo che egli s'accingeva a farne contro d'Ettore la vendetta. Deido, dice egli parlando con Tetide,
Deido, me moi tophra Menoitiou alkimon hyion
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Vocabolario Accademia Omero Iliade Achille Patroclo Ettore Tetide Menoitiou
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