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      4 de' Fasti:
     
      Scorpius elatae metuendus acumine caudae.
     
      Gran disputa è tra gli scrittori se la punta del pungiglione abbia forame alcuno da cui possa uscir qualche stilla di liquor velenoso, quando lo scorpione ferisce: ed in vero che quella punta termina così pulita e sottile che si rende impossibile agli occhi il rinvenire se veramente sia forata: Galeno, nel libro sesto De l. aff., cap. 5, disse che non ha foro né apertura veruna. Per lo contrario Plinio, Tertulliano, S. Girolamo, S. Basilio, Eliano, il greco chiosatore di Nicandro, il Gorreo, l'Aldrovando e molt'altri moderni vogliono che lo scorpione non solamente ferisca con la punta dell'ago, ma che ancora con essa versi e infonda nelle ferite un liquido veleno; e maestro Domenico di maestro Bandino d'Arezzo, scrittor famoso de' suoi tempi per le molte, varie e faticose opere che lasciò composte, alcune delle quali io conservo manuscritte nella mia libreria, affermò che 'l veleno dell'ago dello scorpione è un liquor bianco e sottilissimo; i poeti però dicono che sia nero:
     
      ...nigrumque gerens in acumine virus
     
      cantò un di loro. Onde per chiarirmi della verità, tra molti e molti microscopi del Serenissimo Principe di Toscana, ne scelsi due con tutta perfezione lavorati da due famosissimi maestri di quest'arte, uno in Roma e l'altro in Inghilterra, con l'aiuto de' quali indarno tentai di veder l'apertura dell'estrema cuspide del pungiglione degli scorpioni di Tunisi, d'Egitto e d'Italia; e se io avessi avuto a dar fede a quello che a me e ad altri miei amici mostravano quegli squisitissimi microscopi, avrei potuto non senza qualche ragione affermare che ella non era pertugiata; ma non mi piacque contentarmi del veduto, e perciò cominciai a premere il pungiglione d'uno scorpione di Tunisi; ma né anche per questa via potei soddisfarmi, imperocché, essendo il pungiglione durissimo e di sustanza crostosa, come quella delle locuste marine, non cedeva al tatto e non riceveva compressione veruna, abile a poter fare schizzar fuora ciò che nella cavità di esso pungiglione si contiene.


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Esperienze intorno alla generazione degl'insetti
di Francesco Redi
pagine 127

   





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