Tutta questa faccenda, soggiugne, me l'insegnò la prima volta il cadavero d'un serpente che, da me trovato alla campagna, era tutto pieno e circondato di vermi, alcuni de' quali eran minutissimi, altri più grandi e altri in fine aveano evidentissimamente pigliata la figura di serpente. E quel che più si rendeva maraviglioso si è che, tra que' serpentelli, v'eran tramischiate certe razze di mosche, le quali io sarei di parere non d'altronde esser nate che dalle semenze rinchiuse in quell'alimento di cui si nutriscono le serpi. Fin qui il Chircher; ed io, mosso dall'autorevole testimonianza di questo dottissimo scrittore, n'ho fatta più volte la prova e non ho mai potuto vedere la generazione di questi benedetti serpentelli fatti a mano. E se il padre Chircher vide alla campagna il cadavero di quella serpe circondato da' vermi, quei vermi vi erano stati partoriti dalle mosche; e se erano di diverse grandezze, quest'avveniva perché non erano stati figliati tutti nello stesso tempo; e se tra quei vermi vi ronzavano delle mosche, elle lo facevano o per cibarsi di quel cadavero putrefatto, ovvero ell'eran mosche le quali allora allora potevano esser nate da quegli stessi bachi: ma che vi si vedessero de' piccoli serpentelli nati su quella corrotta fracidezza, oh questo non mi sento da crederlo. Plinio forse di buona voglia l'avrebbe creduto, imperocché nel libro decimo della Storia naturale affermò che le serpi nascon sovente dalla spinal midolla de' cadaveri umani, e tale opinione di Plinio fu secondata da Eliano, con aggiunta che era necessario che que' cadaveri fossero d'uomini facinorosi, scelerati ed empi; se bene avendo Eliano considerato poi meglio il fatto suo, ed a più sano intelletto, pare che lo mettesse in dubbio e temesse che potesse essere un trovato favoloso: ma questo trovato, prima di Plinio e d'Eliano, fu da Ovidio messo in bocca di Pittagora nel decimoquinto libro delle Trasformazioni:
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