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      Sunt qui, cum clauso putrefacta est spina sepulcro,
      Mutari credant humanas angue medullas.
     
      Fortunio Liceto lo tiene per vero, e dopo di lui lo confessò per verissimo il savio Marc'Aurelio Severino nel capitolo decimo nella Vipera Pitia, dove espressamente fa una galante ed ingegnosa digressione a tale effetto e mostra essere naturalissima questa così fatta generazione, con argumenti però fondati per lo più su presupposti non veri. Ond'io volentierissimo porto credenza che non solo da' cadaveri umani non nascano mai serpenti né anguille, come vuole Fortunio Liceto, ma che né anche s'ingenerino in essi spontaneamente vermi di spezie alcuna.
      Di soverchio ardita parrà quest'ultima proposizione, avvegnaché ne' Sacri Libri, per rintuzzar l'orgoglio dell'umana superbia, ci venga spesso rammemorato che la nostra carne esser dee alla fine pastura de' vermi; onde nell'Ecclesiastico al capitolo diciannovesimo: Qui se iungit fornicariis erit nequam: putredo et vermes haereditabunt illum. E in Isaia, capitolo decimoquarto: Detracta est ad inferos superbia tua, concidit cadaver tuum: subter te sternetur tinea et operimentum tuum erunt vermes. Ed in Giob al capitolo decimosettimo: Putredini dixi: Pater meus es; mater mea et soror mea vermibus. Tutto è vero, ma però il Sacro Testo parla generalmente, e non si ristringe a dire se que' vermi nasceranno spontaneamente e senza paterno seme dalle nostre carni, o se pure d'altronde correranno a divorarle, o nasceranno in esse per cagione della semenza portatavi sopra da altri animali; il che è più probabile, anzi verissimo: e chi pur creder volesse in contrario, bisognerebbe che credesse ancora che non solo i vermi spontaneamente nascessero dagli umani cadaveri, ma vi si generassero ancora le tignuole, i serpenti e tutte l'altre maniere di bestie, leggendosi nell'Ecclesiastico al capitolo decimo: Cum enim morietur homo, haereditabit serpentes et bestias et vermes: ma questa minaccia di Sirachide si dee intender come quell'altra di Geremia al capitolo decimo sesto numero quarto: Erit cadaver eorum in escam volatilibus coeli et bestiis terrae.


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Esperienze intorno alla generazione degl'insetti
di Francesco Redi
pagine 127

   





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