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      Io so che dura cosa parrà a credere che tutti questi latticini spontaneamente non bachino, vedendosi che, aperti i nostri delicatissimi marzolini di Lucardo, molto sovente si trovano bacati nella più interna midolla. Potrei rispondere che le semenze di que' bachi furono partorite dalle mosche nel latte in quel tempo che si mugneva, ed in quel tempo che da' pastori, acciocché si rappigli, si lascia ne' vasi, intorno a' quali corrono a stuoli innumerabilissime le mosche, onde quel greco Poeta,
     
      Che le muse lattar più ch'altro mai,
     
      nel sedicesimo libro dell' lliade, verso 641, paragona i Greci ed i Troiani, che combattevano e s'aggiravano intorno al cadavero di Sarpedone, gli paragona, dico, alle mosche ronzanti intorno alle secchie piene di latte munto nel tempo della primavera:
     
      Hoi d'aiei peri nekron homileon, hos hote myiaiStathmo eni bromeosi periglageas kata pellas
      Hore en eiarine, hote te glagos aggea deuei,
      Hos ara toi peri nekron homileon
     
      Questa risposta, ancorché potesse aver qualche valore, nulladimeno interamente non mi appaga; ed avendo diligentemente osservato che i marzolini, prima che bachino, in molti luoghi screpolano e si fendono, dico che su quegli screpoli e su quelle aperture dalle mosche e da' moscherini son partorite l'uova ed i bachi, i quali, cercando sempre nutrimento più tenero e più delicato, s'internano nella più riposta midolla del marzolino, e là entro attendono a nutricarsi fino al lor tempo determinato, e poscia scappano fuora e van cercando luogo da potersi rimpiattare per que' pochi giorni che stanno convertiti in uova, e da quell'uova nascono diverse generazioni d'animali volanti, secondo la diversità di que' padri che prima avean generati i bachi.


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Esperienze intorno alla generazione degl'insetti
di Francesco Redi
pagine 127

   





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