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      Da altri pezzi di popone tritato in cui avean pasturato moscioni, mosche ordinarie ed un'altra razza di moscherini piccolissimi e neri, con lunghe antenne in testa, nacquero molti bachi di diverse grandezze, che al loro determinato tempo in uova pur di differenti grandezze si trasformarono. Dall'uova maggiori dopo gli otto giorni scapparono fuora mosche ordinarie; da alcune delle minori dopo quattro giorni nacquero moscioni, e da altre dopo quattordici giorni uscirono alcuni moscherini; e dall'uova mezzane dopo una settimana e mezza nacquero alcuni altri moscioni molto più grandi e più grossi de' primi; ed il simile m'intervenne nel cocomero, nelle fragole, nelle pere, nelle mele, nelle susine, nell'agresto, nel limone, ne' fichi e nelle pesche. Ma perché le pesche erano riposte in un vaso di vetro, dal quale non potea gemere o scolar quel liquore che nello infradiciarsi usciva da esse pesche, perciò ebbi da osservare che in esso liquore nuotavano molti piccolissimi vermi, che appena coll'occhio si potevano scorgere. Da questi nati sulle pesche e nel liquore scolato pure da esse, nel consueto tempo ebbero il nascimento i moscioni che vissero molti giorni, avend'io somministrata loro materia da potersi nutricare; quindi essendosi congiunte le femmine co' maschi, generarono degli altri bachi che al solito diventarono moscioni, e credo che così fatta generazione fosse quasi andata in infinito se più diligenza e più accuratezza io vi avessi posta.
      Dalla zucca, tanto cotta che cruda, non ho mai veduto nascere altro che mosche ordinarie: mi par solamente da non trascurare il dirvi che tutti i bachi nati su certa zucca cotta mescolata con uova ed infradiciata, quando furono vicini a fermarsi ed a convertirsi nelle seconde uova, andavano voltolandosi in quella poltiglia, che appoco appoco attaccandosi loro addosso, gli ricopriva tutti, fino a tanto che pareano tante piccole zolle di terra, dalle quali zolle nascevano poi le mosche; onde chi non avesse saputo che dentro a ciascuna di esse era nascosto un uovo, avrebbe ragionevolmente potuto credere che quelle mosche dalla terra di quelle zolle fossero nate.


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Esperienze intorno alla generazione degl'insetti
di Francesco Redi
pagine 127