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      Egli è ben vero che dalla parte più acuta era aperto come quello, e ne nacque un grandissimo farfallone intorno agli ultimi giorni d'aprile.
      Il dì sette d'agosto serrai in un alberello di vetro un bruco trovato in un mazzetto di ruta; era verde e spruzzolato per tutto di macchiette gialle, rosse e turchine. Lo stesso giorno divenne immobile, essendosi nella parte di sotto attaccato al foglio che copriva l'alberello, e cavò fuora da' fianchi due fili di seta e dalla coda certa poca di lanugine; stava disteso nel foglio, toccandolo da tutte le parti, non avendo perduto colore né mutata figura. Il giorno seguente svanirono il color rosso ed il turchino, essendo solamente rimasi il verde e 'l giallo, ma un poco scoloriti; ed il bruco essendosi indurito, senz'aver gettata la spoglia, aveva alzato il capo dal foglio ed il capo era diventato come cornuto, e sulle spalle eran comparse due palette come si scorgono negli uomini magri; e la coda si era ristretta ed appuntata, reggendosi sovra di essa tutto 'l restante del corpo. In capo a quattordici giorni ne nacque una farfalla di color giallo tutta listata e galantemente rabescata di nero, tanto nel tronco del corpo quanto nell'ali; le due minori di esse ali aveano nell'estremità due macchie rotonde e rosse, ed alcune altre turchine circondate da un color paonazzo vellutato, e dall'ultimo lembo s'allungavano due appendicette, quasi fossero due code dell'ale. Dalla testa sorgeano non già due pennacchini, ma bensì due lunghissime e mobili antenne di color nericcio, e più grosse nella punta che nella base.


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Esperienze intorno alla generazione degl'insetti
di Francesco Redi
pagine 127