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      Dalla testa spuntavano due lunghissime antennette aguzze, composte di molti e molti nodi. Queste mosche, siccome la prima, subito nate fecero quello sterco bianco e camparono quattro giorni: osservai però che, quando questi vermi trovati sul sambuco si trasformano e si raggrinzano in uovo, l'uovo diventa più piccolo del verme, e quando dall'uovo esce la mosca, ell'è molto più grande dell'uovo, a segno che pare impossibile ch'ell'abbia potuto capirvi; onde si può credere che vi stesse molto rannicchiata e ristretta: e perché poca abilità mi presta l'ingegno mio nel descrivere esattamente questi animaletti, ve gli mando qui delineati, e nella lor propria e natural grandezza, ed aggranditi ancora da un ordinario microscopio di quegli d'un sol vetro.
      Ma se non ho potuto scorgere, come poco dianzi scrissi, che dall'albero del moro sieno generati i bachi da seta, tanto meno spero di vedergli nascere dalle carni putrefatte d'un giovenco pasciuto per venti giorni con foglie di moro. Girolamo Vida, poeta nobilissimo, cantò gentilmente questa favola ad imitazione di Virgilio:
     
      Quod si spes generis defecerit omnis ubique
     
      Seminaque aruerint Iovis implacabilis ira,
      Sicut apes teneri reparantur caede iuvenci.
      Hic superaccedit tantum labor: ante iuvencusBisdenosque dies bisdenasque ordine noctes
      Graminis arcendus pastu, prohibendus ab undis.
      Interea in stabulis tantum illi pinguia moriSufficiunt folia et lactenti cortice ramus.
      Viscera ubi caesi fuerint liquefacta, videbisBombycem fractis condensum erumpere costis


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Esperienze intorno alla generazione degl'insetti
di Francesco Redi
pagine 127

   





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