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      Atque globos toto tinearum effervere tergo,
      Et veluti putres passim concrescere fungos.
     
      Il che fu sentito per vero da due grandi e giustamente celebrati filosofi del nostro secolo, cioè da Pietro Gassendo e dal padre Onorato Fabri, e, prima di loro, da Ulisse Aldrovando. Io non so che dirmi; l'esperienza non l'ho fatta, né mi sento voglia di farla: so bene che dalle carni d'un capretto, pasciuto venti giorni di sole foglie di moro, non nacquero altro che vermi, i quali si trasformarono in mosconi; e dalle carni dello stesso capretto, tenute in vaso serrato, non nacque mai cosa veruna. Io so parimente che sulle more riscaldate e putrefatte nascono vermi, che diventano a suo tempo moscioni e mosche ordinarie; e che sulle foglie del moro infracidate si veggon nascere altresì mosche ordinarie e quattro o cinque altre sorte di moscherini minuti, i quali nascono ancora su tutte quante l'altre erbe, purché vi sieno state portate le semenze e l'uova delle mosche e de' moscherini; e se queste semenze non vi saranno realmente portate, niente, com'altre volte ho detto, si vedrà mai nascere né dall'erbe, né dalle carni putrefatte, né da qualsisia altra cosa che in quel tempo attualmente non viva. Per lo contrario, se viverà e se veramente sarà animata, potrà produrre dentro di sé qualche bacherozzolo, in quella maniera che nelle ciriege, nelle pere e nelle susine, nelle gallozzole e ne' ricci delle querce, delle farnie, de' cerri, de' lecci e de' faggi hanno il lor nascimento que' bachi i quali si trasformano in farfalle, in mosche ed in altri simili animaluzzi volanti.


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Esperienze intorno alla generazione degl'insetti
di Francesco Redi
pagine 127

   





Pietro Gassendo Onorato Fabri Ulisse Aldrovando