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      Hanno due bianchi piccolissimi cornetti in testa, che gli scortano e gli allungano e gli rimpiattano a lor voglia, come fanno le chiocciole. Sotto questi corni stanno due uncinetti o rampini neri, duri e con gran solletico e noia pungentissimi; di tali rampini pare che se ne servano a camminare, imperocché si attaccano prima con essi e poscia si avanzano col corpo al cammino e serpeggiano senza gambe. Quell'estremità, per la quale sogliano scaricarsi degli escrementi del ventre, è scanalata per traverso e la scanalatura è marcata di due macchie nere a foggia di mezze lune. Non è determinato il lor numero, e quantunque Aristotile lo ristringa al venti in circa, nulladimeno io ho contato in una sola testa fino a trentanove di così fatte bestiuole, e non mai meno di venti.
      Similissimi a questi vermi nella figura appariscon quegli che dentro alle teste de' castroni si trovano: e' son però minori e men fieri, men pelosi e solamente listati di strisce trasversali nerissime, che molto campeggiano su 'l bianco di tutto il corpo; non son però listati tutti di nero, ma solamente i maggiori, e finiti di crescere; essendo che i minori, e nati forse di poco, sono affatto bianchi. Quelle due macchie nere in foggia di mezza luna che si veggono nella scanalatura di una dell'estremità di quegli de' cervi, in questi bachi de' castroni son nere sì, ma di figura perfettamente circolare. Abitano in alcune cavità degli ossi della fronte, a i quali si appoggiano le corna: n'ho trovati ne' canali del naso e dentro a quella cavità che è nelle radici delle corna stesse; onde fu veridico il Caporali quando, nella Vita di Mecenate, volendo accennare la natura d'Amore, piacevolmente scrisse:


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Esperienze intorno alla generazione degl'insetti
di Francesco Redi
pagine 127

   





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