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      E che le pecore vi sien sottoposte anch'esse lo sa ogni più goffo pastore e ne favellò chiaramente il greco Didimo nel lib. 18 degli Affari della villa, e dopo di lui Jacub Alfiruzabadi, in quel gran vocabolario arabico che da esso con voce egizia fu intitolato Alcamus, cioè a dire Oceano.
      Il soprammentovato Moufeto riferisce che infin gli scarafaggi son tormentati da così fatti animaluzzi ed io, quantunque non abbia avuta la congiuntura d'esperimentarlo, me lo persuado per vero con grandissima facilità, imperocché posso con molt'altri far testimonianza di veduta che le formiche stesse non ne son esenti e che ogni spezie di formiche ne ha la sua propria e singular generazione; ma e' bisogna bene aguzzar gli occhi e armargli bene d'un microscopio squisitissimo per potergli squisitamente ravvisare, tanto son minuti e quasi quasi invisibili; onde penso che ne manchi poco a potergli noverare tra gli atomi. Quegli delle formiche alate son della stessa figura d'una zecca della gallina, che vedrete delineata nella Tav. 2, e quegli delle formiche senz'ale si rassomigliano in gran parte a quella della tortora, che pure vedrete nella suddetta seconda Tavola.
      Gli autori della storia naturale riferiscono, e tutti i pescatori lo raffermano, che i pesci ancora son molestati da varie maniere d'insetti; e son nomi a loro notissimi la pulce, il pidocchio e la cimice di mare. Aristotile lo scrisse de' delfini e de' tonni: altri l'hanno affermato del salmone e del pesce spada. Plinio ne parlò in generale dicendo: Nulla cosa è che non nasca in mare.


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Esperienze intorno alla generazione degl'insetti
di Francesco Redi
pagine 127

   





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