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      Ma per dire il vero, in questi due ultimi giorni, le teste delle Vipere erano diventate puzzolenti, guaste e verminose, e facilissimamente si spappolavano in mano, e con molta difficoltà con esse teste s'imprimeva la morsura; perchè i denti non reggevano, e le guaine de' denti erano rose, e lacerate.
      A mezzo il mese di Giugno replicai le suddette prove con capi morti delle Vipere, e sempre ne avvenne la morte degli animali feriti: ma non potei continuarle se non tre sole giornate, perchè dal gran caldo le teste erano ad una totale, e fetentissima corruttela pervenute; e le mosche le aveano fatte più che abbondantemente inverminire: e lo stesso mi avvenne al principio di Agosto.
      Nel tempo di queste prime Esperienze, ed in quello parimente delle seconde, e delle terze, fatte per ritrovare quanti giorni duri il veleno nelle teste delle Vipere morte, feci con ogni possibile diligenza seccare alcuni capi di esse Vipere; avendo ben l'occhio, che non inverminassero, e che nel seccarsi rimanessero con la bocca spalancata, e co' denti canini, o maggiori sguainati fuor delle loro guaine in atto di mordere. Dopo molti, e molti giorni, che furono ben asciutti, e seccati, ferii al petto, ed alle cosce, con essi capi alcuni Colombi, e Pollastri, ma senza che ne avvenisse loro alcun male, o pericolo di morire.
      In questo mentre avea cavato dalla bocca di molte Vipere morte di fresco, e dalle guaine de' loro denti, molto di quel liquor giallo e velenoso che vi stagna: con esso liquore unsi, ed impiastrai molti fuscelletti di scopa ben aguzzati; lasciai che si rasciugassero, e poscia con liquor nuovo gli rimpiastrai grossamente, e rasciutti che furono, gli riposi in vaso di vetro ben serrato: e lasciato passare un mese, ed anco quaranta giorni, feci la prova del lor veleno, e trovai, che in brev'ora morirono tutti quanti que' Colombi e que' Pollastri, a' quali piantai profondamente nella parte carnosa del petto un di quei fuscelletti spalmati di veleno viperino, in modo che il fuscelletto rimanesse ricoperto dalla pelle e non potesse uscirne, o esserne facilmente cavato.


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Osservazioni intorno agli animali viventi che si trovano negli animali viventi
di Francesco Redi
Tipi Pietro Marini Firenze
1684 pagine 162

   





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