Tali Lombrichi abitatori ne' Reni de' Cani furono anticamente osservati dal dottissimo Andrea Cesalpino di Arezzo, che fu uno de' primi scopritori della circolazione del sangue. Furono osservati parimente, e mentovati da Tommaso Bartolino, da Francesco Delestanghio, da Giorgio Wolfio, da Goffredo Egenizio, da Teodoro Cherchringhio e dal diligentissimo e cotanto benemerito della repubblica anatomica Gherardo Blasio, nelle sue Osservazioni Anatomico-pratiche, negli Uomini, e ne' Bruti. Nello stesso tempo, e nello stesso Rene sinistro di una Cagna gravida vidi un altro Lombrico, in tutto, e per tutto simile al sopraddetto, il quale non solamente raggomitolavasi nella borsa delle ringrossate tuniche del Rene, ma di più entrava per cinque o sei dita nel canale dell'uretere, dilatato molto più del naturale; sicchè non potendo per esso canale dell'uretere scender l'urina, la gran borsa delle tuniche del Rene erane tutta piena, e vi giaceva il sovraddetto lunghissimo Lombrico, accompagnato da un'altro molto di lui minore; e tuttaddue, ancorchè morti, mostravano quello stesso accesissimo colore di scarlatto: tuttaddue parimente tenuti da me per una notte nell'acqua, si allungavano come quello della Martora, avendo imbevuta molta di quell'acqua, la quale non penetrava in essi, ne per la bocca ne pel forame dell'ano, ma bensì per i pori della pelle; imperocchè, quando mi venne curiosità di osservare le loro viscere, trovai tutta l'acqua, non dentro 'l canale degli alimenti, ma bensì in quella lunga cavità che racchiude tutte le viscere.
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