Liberatosi il canal degl'intestini dagli avvolgimenti del fegato, ritorna verso la sua origine, ed entrando nella sustanza della pelle per qualche breve spazio vi cammina nascosto, e poscia va a sboccare in quel forametto, che è intorno all'orlo di quel maggior forame, pel quale entra, ed esce l'aria per servizio de' polmoni (Tav. duodecima, Fig. prima) i quali polmoni, per così rozzamente dirlo, sono in foggia di una vescica situata all'imboccatura di questo forame, e occupa tutto il luogo, che è coperto da quell'osso bianco, il quale dal volgo comunemente vien chiamato pietra della testa de' Lumaconi; e quest'osso, o pietra, ha luogo sott'al mezzo del cappuccio, o pezza, che cuopre il collo del Lumacone, e stassi in una sua propria cavità della pelle, ed è convessa da una banda e concava dall'altra. La parte convessa è quella, che riguarda la pelle; la concava è quella, che è volta verso il polmone. La parte convessa è di un colore, e di una sustanza di un nicchio bianco, e lustro come madreperla, e si vede che è fatta di vari suoli o falde, come son fatti i gusci dell'ostriche, o di altre Conchiglie marine. La parte concava è tutta per lo più, ma non sempre, incrostata, e ripiena di una bianchissima, talvolta aspra, e talvolta liscia, congelazione quasi cristallina. E trovasene di diverse grandezze aventi diverso peso, diversificando la grossezza della loro congelazione. I meno pesanti ossi, ne' Lumaconi di giusta statura, gli ho trovati di due, e di tre grani, ed i più pesanti arrivano talvolta fino a nove grani, ed a dieci.
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