Tav. duodecima, Fig.4. nella quale esso membro è attorto spiralmente in quella stessa foggia, che mostra allora quando artificiosamente con un cannellino si empie di fiato, e si gonfia.
Non è la terra sola ad avere i Lumaconi ignudi; gli ha ancora il Mare, e sono quegli stessi animaletti, che dagli Scrittori della Storia Naturale furono chiamati Lepri marine; e furono annoverati tra' veleni. Per qual cagione fosse dato loro tal nome, non saprei indovinarlo; se per avventura non fosse che, allora quando il lumacone marino tiene distese, e allungate le due corna posteriori, e ritirate in dentro le due anteriori, fa così, a prima vista in tal postura, qualche rozza, ed abbozzata similitudine col muso della Lepre terrestre; imperocchè le due corna allungate posson rappresentare alla immaginazione le lunghe orecchie della lepre, e le due corna anteriori ritirate posson far la figura degli occhi. Del resto il Lumacone marino, quanto all'esterna figura, è similissimo al Lumacone terrestre, se non quanto il marino nel ventre si è più tronfio, e più corpacciuto del terrestre; e se il terrestre porta sul dorso quel suo cappuccio, o pezza col lembo intorno intorno staccato nelle parti anteriori, e vi ritira, e vi appiatta la testa a suo piacimento, il Lumacone marino non ha sul dorso cotal pezza, o cappuccio, ma in sua vece vi stende due alette, o risalti, o espansioni membranose; e nello spazio che corre di mezzo tra queste due espansioni, sta sotto la pelle situata quella stessa pietra, o osso, che ho mentovato ne' Lumaconi ignudi terrestri; ma questo osso de' Lumaconi marini è sottilissimo, e tutto liscio, e sembra lavorato di puro, e quasi trasparente talco.
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